Giorgio Sala racconta la storia della "sua" gara
Il 25 settembre 1983 è una data storica per il mondo dei motori trentino. In quella domenica di vent'anni fa si disputò, infatti, la prima edizione della Levico - Vetriolo, gara automobilistica di velocità in salita. Anche se in pochi lo sanno fu un evento ricco di significati, visto che proprio con la gara organizzata dall'allora rinnovata Scuderia Trentina prese il via il processo di riforma delle cronoscalate, un modo innovatore di concepire le competizioni, non più con la rigida dottrina degli organizzatori vecchio stampo, ma in un'ottica più moderna, che metteva in primo piano le esigenze dei piloti, del pubblico, ma soprattutto una priorità assoluta: la sicurezza.
Il momento storico era delicatissimo. Ce lo racconta il deus ex machina della gara levicense, Giorgio Sala, pilota e imprenditore con il rombo dei motori nel Dna: «Nel 1981 in Trentino calò d'improvviso una notte fonda. La gara per eccellenza, la Trento - Bondone, smise di animare i tornanti della montagna del capoluogo in seguito alla decisione dell'Aci trentina di cancellarla dai calendari per gli ormai eccessivi costi organizzativi. È inutile nascondere che per i numerosi appassionati, ma soprattutto per i piloti della provincia fu una mazzata. Ma non ci demmo per vinti. Il sottoscritto, assieme a Francesco Pera, entrati nel direttivo della Scuderia Trentina, vista l'ormai irremovibile decisione sulla Trento - Bondone, avviammo una ricerca per identificare un nuovo percorso e la scelta cadde sulla Levico - Vetriolo. Nacque così il primo comitato organizzatore, composto anche da Paolo Sardagna, Carmen Righi, Paolo Montesi, Daniela De Grossi, Alberto Serpe, Flavio e Rita Betta, Benedetto Pelliccioni e Roberto Franca».
Raccontaci i primi passi. Incontraste molti ostacoli?
«Pur con qualche diffidenza iniziale l'amministrazione e la popolazione di Levico sposò, con un cauto entusiasmo, la nostra nuova avventura. Gli ostacoli che incontrammo furono enormi, perché eravamo uno staff inesperto. Per dieci giorni lavorammo come dei forsennati dalle 8 del mattino sino alle 3 di notte, e continuavano a pioverci addosso problemi nuovi. Creammo così per il foglio di servizio, un prezioso vademecum che negli anni seguenti adottarono tutte le organizzazioni in Italia».
Cos'è il foglio di servizio?
«È la bibbia di una competizione, dove vengono elencati ruoli, mansioni e orari di tutto lo staff organizzativo. Ma non fu l'unica novità che apportammo al mondo delle gare in salita. Fummo i primi ad eliminare le balle di paglia per inserire i pneumatici, molto più sicuri in caso di incidente e fummo i primi ad inserire l'informatica per la gestione delle classifiche.
Alla prima Levico - Vetriolo, valida come campionato triveneto, ci furono 144 vetture iscritte, delle quali 117 presero il via. Il miglior tempo assoluto al termine degli 8,100 km lo stabilì il mantovano Arcadio Pezzali su Osella, ma la cronoscalata venne all'unanimità riconosciuta come la più sicura d'Italia».
Da quella gara le manifestazioni motoristiche in regione conobbero un'escalation notevole.
«Il successo di quella competizione - continua Sala - portò tanto entusiasmo, sia nella Scuderia Trentina, sia in altri appassionati. Crebbero come funghi gli slalom e pure il Rally di San Martino riprese vigore e prestigio».
Qualche aneddoto su quella storica prima edizione?
«Ricordo che fu una faticaccia per un gruppo di persone animate solo da spirito volontaristico. Ci fu un episodio simpatico, che vide protagonista proprio una donna pilota (nella prima Levico-Vetriolo in gara ce n'erano ben tre): Antonella Zotta sbatté contro il guardrail ad un passo dal traguardo, fermandosi subito dopo la linea di arrivo; l'auto venne recuperata, ma si ruppe il gancio traino e la vettura colpì il veicolo di uno spettatore, che a sua volta urtò la roulotte dell'organizzazione. Una scena fantozziana».
La Levico-Vetriolo nel 1986 divenne valida per la Coppa Italia, quindi nel 1989 acquistò lo status di prova del campionato italiano, ma nel 1991 sull'onda della protesta del movimento dei Verdi, venne sospesa. Riprese nel 1992, partendo da zero, cioè come gara di campionato triveneto, per poi passare a gara di Coppa Italia, quale è oggi.
Il grande sogno di far crescere la Levico-Vetriolo portò gli organizzatori, guidati da Giorgio Sala e stimolati da Mario Marangoni (allora direttore dell'ACI di Trento), a tentare una nuova scommessa sulla Trento-Bondone, che tornò magicamente in vita nel 1989, riconquistando uno spazio prestigioso nel cuore dei tifosi e nel calendario nazionale. Purtroppo gli stessi problemi economici che affossarono la Trento Bondone negli anni '80 sembravano congiurare anche contro questa gara, ma per fortuna la ferrea volontà dei levicensi, così diffidenti nei primi anni di vita della cronoscalata, ha permesso alla Levico-Vetriolo di rimanere in vita.
L'edizione numero venti si correrà domenica 25 maggio. E anche questa volta sarà spettacolo.