Le interviste ai protagonisti della gara
Evviva la sportività. Il vincitore della ventesima "Levico - Vetriolo Panarotta" Erasmo Bologna attribuisce il merito del suo successo al mezzo tecnico: «La differenza l'ha fatta l'assetto della mia Osella Pa20/S rispetto alla Sighinolfi di Paolo Strenghetto. - mette subito le mani avanti - Penso che tutti e due abbiamo dato il massimo sbagliando poco, il resto l'ha fatto un assetto migliore e uno spunto maggiore in uscita di curva». Due partecipazioni e due vittorie per Bologna, è un motivo di soddisfazione: «Di grande soddisfazione - precisa il pilota siciliano - considerando che io partecipo a due gare all'anno: a Levico e a Tolmezzo. Purtroppo la macchina non è mia, la affitto quando Maggini non la utilizza».
La "Levico - Vetriolo" meriterebbe un palcoscenico più prestigioso della Coppa Italia: «Sicuramente. Poche gare in Italia sono in grado di proporre un percorso così tecnico e selettivo, con un asfalto ottimo e un'organizzazione collaudata e priva di sbavature. Purtroppo soffre la vicinanza di una classica come la Trento - Bondone».
Il trentino Paolo Strenghetto ha il volto cupo: «È inutile nascondere che mi aspettavo di più. Il secondo posto è un risultato importante, ma non rimane nell'albo d'oro. Alla vigilia avevo deciso di montare una nuova centralina per ottimizzare il propulsore, una scelta che non può essere definita azzeccata. Dopo le prove abbiamo apportato ulteriori modifiche, ma non sono state sufficienti per diventare performanti». Ha concluso con il fiatone: «Direi che sono arrivato al limite. Se ci fosse stato un solo chilometro in più penso che l'avrei fatto in apnea. La forma è comunque buona, di buon auspicio per il prosieguo della stagione».
La sorpresa della giornata è invece arrivata dal quasi settantenne Roberto Benelli, che con la sua Osella Pa9 "storica" si è permesso il lusso non solo di stabilire il miglior tempo assoluto di gruppo, ma addirittura di salire sul podio finale. Entusiasta il fiorentino: «Nonostante i miei cinquant'anni di competizioni, per un motivo o per l'altro, non avevo mai partecipato alla "Levico - Vetriolo". Il percorso è fantastico, dove emerge solo il pilota che ha un qualcosa in più, e oggi ho davvero superato me stesso. Nelle prove mi si è rotta la frizione e temevo di dovermi ritirare, ma fortunatamente sono riuscito a risolvere l'inconveniente».
Il miglior tempo assoluto del gruppo N l'ha staccato il trentino Diego Degasperi, alla guida di una Ford Escort Cosworth: «Sono al settimo cielo. Una grande gara, dove ho sbagliato solo una cambiata. Mi dispiace per Gabriella Pedroni che ha rotto il cambio, sarebbe stata una bella sfida». L'olio sul percorso vi ha dato dei problemi? «A dire il vero nel tratto misto del bosco ho avuto la sensazione di galleggiamento della vettura, ma i commissari di percorso hanno fatto un buon lavoro».
Diciottesima partecipazione su venti edizioni alla "Levico - Vetriolo" è un buon palmares per il bolzanino Rudy Bicciato in gara con una Mitsubishi Lancer a quattro ruote motrici, dominatore assoluto del gruppo A: «Pensavo di dovermi ritirare al termine delle prove, temevo di aver fuso il motore. Lo scorso anno un ritiro per la rottura del differenziale e quest'anno un altro problema. Non volevo alzare bandiera bianca per la seconda volta. Poi col meccanico abbiamo staccato il termostato disattivando il bang. Un rischio, che però ci ha permesso di arrivare al traguardo ugualmente con un grande tempo».
Nel Gruppo Challenge Salita ha primeggiato il roveretano d'adozione Giorgio Leonardi, alla sua terza gara con la Peugeot 306 Maxi: «Obiettivamente nella mia categoria oggi non c'è stata molta battaglia, ma sono felice della mia prestazione. Sto guidando una macchina nuova per me, di difficile interpretazione e un po' alla volta sto affinando il feeling. Quest'anno il mio impegno è concentrato solamente nel Trofeo nazionale della montagna e la partecipazione alla Levico è servita soprattutto per trovare un po' di confidenza con la vettura».